FAVOLE ON THE ROAD una favola al giorno...toglie la noia d'intorno!

martedì 5 gennaio 2021

UN MONOPATTINO PER LA BEFANA


La Befana abita vicino a me, proprio qui in Appennino modenese, la conosco bene io!
E’ una donnina normale, tutta casa e famiglia e non è neppure brutta come si va raccontando. Durante l’anno si occupa delle sue galline, dei conigli e presta servizio saltuario in una pasticceria del paese. Ha un compagno che con lei, nei giorni di festa, condivide belle passeggiate nei boschi, amano mangiare crescentine, accompagnate da un buon lambrusco locale e fare feste con gli amici. Una coppia come tante, ma che purtroppo il destino ha privato del regalo più bello: non hanno mai avuto i bambini che tanto desideravano. La Befana, ha un nome vero all'anagrafe, ma che per questioni di privacy, non posso rivelare. Alla notizia che le diede un anonimo medico, si disperò fino a cadere in una depressione preoccupante, lei desiderava tanto dei bambini da crescere, ma purtroppo, la sorte aveva deciso diversamente. Non potendo nulla, implorò tutti i Santi del cielo, si affidò anche ai miracolosi spunsòri, che altro non sono che preghiere ripetute con un rito particolare per tredici volte, e che secondo le promesse, avrebbero aiutato a trovare le cose perdute. La Befana aveva perso l’opportunità di essere mamma e neppure Sant’Antonio con i suoi spunsòri poté aiutarla. Non si diede per vinta e consultò un signore della pianura vicina che si andava dicendo fosse un mago. Nella sua lunga carriera quell’uomo aveva aiutato parecchie persone ad esaudire i propri desideri e la Befana, si affidò a lui fiduciosa. Il mago l’accolse nella sua casa, ascoltò le sua pena e sedendosi al suo fianco, le disse che mai avrebbe potuto darle quello che il destino le aveva negato ma che, se avesse accettato, le avrebbe dato l’occasione per far felici tutti i bambini del mondo. Le raccontò di personaggi famosi che già prestavano quell’opera volontaria degna di ammirazione: Babbo Natale, Santa Lucia, Gesù Bambino ecc… La Befana ascoltò incredula e rispose al mago di non possedere  né il carisma né la magia dei personaggi elencati. Lui la rassicurò, dicendole di poterle fornire tutti gli strumenti necessari e aggiunse che per il servizio svolto a favore della magia, in cambio avrebbe avuto l’immortalità per sé e il suo compagno. La donna titubò un attimo, ma poi pensando a tutti quei bambini che avrebbe fatto felici, accettò e divenne ufficialmente la Befana. Il mago le consegnò la scopa volante e la mappa del mondo, le diede le prime lezioni di volo, poi le disse che il suo compito principale era quello di premiare i bambini buoni con dolcetti, mandarini, frutta secca, caramelle, e quelli cattivi con carbone. La Befana se ne ebbe un pochino perché secondo il suo pensiero non c’erano buoni o cattivi da premiare o punire, ma solo bambini, e da subito, non potendo sottrarsi alle regole della tradizione, meditò d’ingannarle. In mente aveva già la ricetta del carbone dolce da succhiare. La Befana se ne tornò a casa con la sua nuova scopa magica e raccontò al compagno del patto fatto con il mago di pianura, lui rimase stupefatto, e superata l’incredulità, si propose d’aiutarla per recuperare la frutta e i dolci da distribuire nella notte del 5 gennaio di ogni anno. Io non ho mai saputo quando successe tutto questo, neppure la Befana se lo ricorda, tante volte gliel’ho chiesto ma mi risponde sempre che sono passati secoli, tanti secoli. Qualche settimana fa, sono andata a trovarla per prendere un caffè in compagnia ed eventualmente aiutarla a confezionare caramelle. L’ho trovata arrabbiatissima perché le si era rotto il manico della scopa  e il suo compagno, che è l’esperto della manutenzione, se n’era andato a ciaspolare con amici e sarebbe tornato il pomeriggio del 5 gennaio. Troppo tardi! Le proposi di approfittare del bonus monopattino del governo, d’altronde le disse che era giunto il momento di modernizzarsi un poco. L’aiutai a fare la richiesta online che immediatamente venne accettata. Sarebbe stato un guaio rifiutare un aiuto così importante alla Befana! Bonus alla mano, l’accompagnai in città a comprare il monopattino e passammo poi dal famoso mago perché lo rendesse volante. Lui fu un poco contrariato perché sosteneva che le tradizioni non andavano stravolte, ma su nostra insistenza si convinse. Nel ritorno a casa lo collaudai anch’io il monopattino volante, e fu una grande emozione volteggiare in mezzo ai fiocchi di neve che scendevano copiosi sulla Valrossenna. Non era ancora sera tarda e la Befana pensò di passare a Rovaniemi a fare un saluto a Babbo Natale. Sorvolammo le Alpi innevate e in men che non si dica, atterrammo davanti alla baita del grande vecchio. Lo trovammo in pigiama davanti al fuoco, con un elfo che gli massaggiava vigorosamente i piedi. Ci accolse ospitale, offrendoci un vin brûlé bollente dal forte sapore di cannella. Fu provvidenziale quella bevanda calda perché la temperatura d’alta quota, ci aveva raggelato le ossa. La Befana entusiasta gli raccontò del suo nuovo monopattino e lui ascoltandola, aggrottò la fronte e si disse contrariato. La mia amica le spiegò le ragioni della scelta, dicendogli: «Caro il mio collega, tu che sorvoli i cieli su di una slitta scintillante trainata dalle renne, completa di tutti i confort, e che mai, hai provato a volare a cavallo di una scopa con un pesante sacco in spalla, non puoi certo capire e nemmeno giudicare». Babbo Natale le rispose con le stesse parole del mago, ossia che le tradizioni andavano rispettate sempre. La Befana, più che mai convinta della sua scelta ribatté: «Natalino caro, mica ho preso una Ferrari, da mille cavalli, non c’era neppure il bonus per quella perché altrimenti ci avrei pensato! Mi servirò di un normale, comune monopattino che gentilmente il governo mi ha pagato». La discussione in quella baita del Polo Nord, si stava facendo accesa e io non c’entrando nulla con la magia, andai in cucina dove trovai un’elfa intenta a preparare la cena. Quella strana donnetta mi offrì un biscotto e mentre l’addentavo, suonò ripetutamente la campanella dell’ingresso. Curiosa, tornai in salotto dove vidi che era arrivata Santa Lucia a dire la sua. Mi sedetti in un angolino e ascoltai in silenzio lo scambio di vedute di quei mitici personaggi. La Befana rinforzava la sua scelta ma gli altri due, insistevano per conservare le antiche tradizioni. Finalmente arrivò Gesù Bambino, accompagnato da suo padre Giuseppe, notai felice che almeno quella creatura divina, era stata vestita con un maglioncino fatto ai ferri da sua madre. Il Bambinello entrando, alzò la mano al cielo e benedisse tutti poi, come era nella sua indole, cercò di smorzare gli animi e di mettere pace dicendo: «Signori, abbiamo uno scopo comune che è quello di rendere felici i bambini del mondo e non importa il mezzo di trasporto ma il messaggio che vogliamo portare» continuò: «Siamo tutti consapevoli dei grandi cambiamenti avvenuti nel mondo e io per primo, condivido la modernizzazione che spesso ci aiuta, ma tutti noi, io compreso, ci scordiamo dei bambini invisibili, quelli che vivono in famiglie indigenti, quei bimbi che abitano luoghi poveri. A loro raramente pensiamo, perché pure noi, Santi e magici personaggi, nel corso dei secoli, abbiamo preferito percorrere le strade più facili » concluse: «La Befana che è una Santa donna, ha fatto bene a sostituire la vecchia scopa con un mezzo più veloce e confortevole ma vorrei tanto che quest’anno fosse proprio lei a dare il via al cambiamento, arrivando là dove nessuno di noi è mai approdato». Nel salotto scese il silenzio, Gesù Bambino aveva ragione e tutti chinarono la testa sentendosi colpevoli. La Befana si disse d’accordo, e con la mano mi fece cenno che era ora d’andare. Salutammo quei personaggi che mai più avrei rivisto, e decollammo in mezzo alla neve per tornare nella nostra Valrossenna. La Befana mi chiese d’aiutarla a preparare più dolci da distribuire a quei bambini che Gesù Bambino aveva chiamato invisibili ma che lei conosceva bene, sapeva il nome e le difficoltà di ognuno di loro. Ci mettemmo ad impastare goloserie nella sua grande cucina, l’aroma della vaniglia e della cannella, invasero la Valrossenna e in un attimo tutti gli abitanti arrivarono a dare una mano. Altro che elfi! La Befana quella notte, aveva un paese intero ad aiutarla. Lavorammo per ore e ore senza fermarci mai e finalmente la sera del 5 di gennaio, finimmo la produzione che avrebbe rallegrato e portato dolcezza a tutti i bambini del mondo. La mia amica Befana, è magica e ha un cuore grande! Bimbi che vivete in confortevoli e calde case, chiedo pure a voi d’aiutarla, rinunciando a una piccola pretesa inutile, perché così facendo, lei avrà più risorse da destinare ai bambini emarginati e poveri. Questa però è una notte speciale e non voglio togliervi la magia perché la Befana arriverà da tutti e riempirà di gioia e goloserie le vostre calze. Oggi, 5 di gennaio 2021, ore 18,30 sono appena rientrata a casa mia dopo aver aiutato la Befana a riempire il suo grande sacco senza fondo, le ho impostato Google Map sul cellulare perché con la tecnologia, ancora non se la cava molto bene, e l’ho salutata emozionata mentre veloce, s’alzava in cielo in sella al suo luccicante monopattino nuovo. Se soffrite d’insonnia, o siete soltanto curiosi, stanotte affacciatevi alla finestra, vedrete un luccicore metallico brillare lassù contro le stelle, sarà lei, la Befana, che sorvola il cielo per portare sogni a tutti i bambini del mondo.