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venerdì 11 dicembre 2020

Strega Giuditta e la magica torta di castagne (con ricetta originale)

La torta di castagne era il tipico dolce natalizio del nostro Appennino modenese, non avendo trovato leggende che la celebrano, immedesimandomi nei fantasiosi cantastorie che un tempo intrattenevano nelle veglie, ne ho scritto una per ridarle il valore tradizionale che merita.


Si narra che strega Giuditta, abitasse in una catapecchia di legno adiacente alla riva, in Valrossenna. La riva, altro non era che un fitto bosco di secolari castagni sul pendio rivolto al paese, del monte di Palaveggio. Tanto tempo prima, in quel luogo si raccoglievano castagne di ottima qualità che fornivano cibo invernale ai contadini della zona e alle loro famiglie. Poi arrivò lei, e lì si stabilì, riducendo quella zona prosperosa in una macchia impenetrabile. Nessuno più aveva il coraggio di addentrarsi là dentro e con gli anni le liane, grossi arbusti legnosi e rampicanti, s'impadronirono dei castagni e del suolo trasformando quel posto in un paesaggio da paura. Si andava dicendo, che quella strega riuscì a scappare dalla città per non finire sul rogo a cui era destinata e trovò riparo in quella località sconosciuta, che neppure era segnata sulle mappe. Mostruosa e cattiva come il veleno, incuteva terrore a grandi e piccini. Sovente, andava girando per il paese dispensando anatemi e sortilegi a chiunque incontrasse sul suo cammino, nessuno usciva più di casa e le attività dei contadini in campagna, ne risentirono a tal punto, che i campi non più curati e seminati, non produssero più nulla. Nelle case finivano le scorte di cibo e la fame aggrovigliava lo stomaco di quella povera gente a cui non restava che affidarsi alle divinità celesti. La bottegaia del paese, una giovane e bella signora, che in tempi migliori produceva montagne di torte di castagne da vendere ai forestieri, proprio in quel periodo di Natale, stava sveglia giorno e notte per pensare a come uscire da quell'insostenibile situazione. Si accorse che in un un'angolo del suo negozio era rimasto un tocco di castagne secche, sollevando il sacco, all'astuta bottegaia venne l'idea di provare a prendere la strega per la gola. L'indomani si alzò all'alba e preparò la torta di castagne più buona che mai avesse fatto, l'avvolse ancora calda in un telo di lino e coraggiosamente si avviò verso la riva. Giuditta avvertì il buon odore della torta e sniffando estasiata quel profumo, uscì dalla sua catapecchia con appresso il suo fedele guardiano: un magnano nero come la notte e dalle dimensioni paurose, che subito arrotolandosi, cercò di scagliarsi verso la donna. Giuditta, con un comando lo fermò all'istante e rivolgendosi con fare intimidatorio alla giovane gli chiese cosa conteneva quel fagotto che aveva tra le mani. La bottegaia rispose di averle portato in dono il dolce della giovinezza: una torta dalle proprietà magiche che donava bellezza e gioventù a chiunque la mangiasse a Natale. La strega rimase senza parole, mai nessuno le aveva donato qualcosa e in quel momento aveva davanti a sé quella donna che oltre a una strenna, le prometteva la giovinezza e la bellezza? Era difficile resiste a una tale tentazione! Giuditta rimase un momento dubbiosa poi strappò di mano il fagotto alla bottegaia e in quattro e quattr'otto divorò la torta dicendo di volerne ancora. La giovane le disse che non era possibile perché lei, impadronendosi del castagneto, aveva sterminato le castagne e in paese le scorte erano finite, non ne rimaneva più neanche una castagna secca. La bottegaia sempre più audace, fece la proposta a Giuditta che se avesse rinunciato a scagliare sortilegi e anatemi in paese e  permesso ai contadini di riappropriarsi del castagneto, non le sarebbe mai più mancata la torta di castagne a Natale. Giuditta, assaporava ancora quel buon gusto in bocca, mentre pensava alla bellezza che ne avrebbe acquisito e che forse le avrebbe permesso di trovare anche un fidanzato. Presa per la gola accettò i patti della bottegaia e finalmente, quella povera gente poté uscire di casa, riappropriarsi delle campagne e del castagneto che venne ripulito perché continuasse a donare i suoi frutti prodigiosi. La bottegaia non mancò alla promessa e Giuditta ne trasse veramente tanto beneficio perché grazie alle vitamine e agli antiossidanti contenuti nelle castagne riacquistò la gioventù, la bontà la rese poi bella, tanto da diventare una delle ragazze più ambite del paese. In breve trovò l'amore in un giovanotto venuto da via che la sposò e la portò nella sua bella casa in un'altra cittadina. Tutti gli anni a Natale, Giuditta, insieme al suo cavaliere, tornava in quel paese nella Valrossenna per prendere la sua magica torta di castagne che gli era dovuta da contratto. La torta di castagne divenne il dolce nazionale, superando alla lunga la popolarità del panettone. Quella giovane bottegaia invecchiò e volò tra gli angeli, ma prima d'andarsene volle lasciare al mondo la sua magica ricetta, perché tutti potessero preparare la torta di castagne a Natale, per offrirla agli ospiti in quel giorno dove gli incanti s'avverano. Al primo morso, chiunque, anche la creatura più abbietta e insensibile, avrebbe ottenuto bellezza e bontà. Una vecchia magia per prendere chiunque per la gola.







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